La questione legata ai rifiuti interessa direttamente quello che è lo status ecologico dell’ambiente che ci ospita. Una tematica controversa che va avanti da tempo con problematiche talvolta difficili da risolvere. Saper smaltire correttamente i rifiuti, a seconda della loro tipologia, è fondamentale per salvaguardare il territorio ed evitare di contaminarlo con scorie ed elementi tossici. Vediamo per tanto come assolvere a tale compito di interesse pubblico.
Le varie tipologie di smaltimento
Come anticipato in premessa esistono differenti modalità di smaltimento dei rifiuti che derivano direttamente dalla tipologia che li caratterizza. Spesso negli anni sono state impiegate pratiche poco raccomandabili che hanno contaminato il suolo e reso tossico una porzione di territorio che talvolta era destinato alla coltivazione. Da qui poi il rischio per l’uomo e l’alimentazione basata su quei frutti che appunto la terra ci dona. Ma tornando alle modalità di smaltimento, esse sono riassumibili in:
- Riciclaggio
- Versamento nelle discariche apposite
- Eliminate tramite inceneritore
- Trattate nei compostaggi
Ciascuna delle pratiche elencate ha una procedura diversa ed è impiegata per uno scopo ben preciso. Inoltre esse sono consigliate a seconda della natura dei rifiuti, quindi dei materiali da smaltire, e dal grado di rischio che la loro gestione comporta. Dunque se si tratta ad esempio di rifiuti speciali, o ingombranti e così via.
Riciclaggio, termovalorizzatori e discariche
Andando nello specifico delle pratiche di smaltimento sopra citate, partiamo dal riciclaggio. Questa è la procedura maggiormente raccomandata poiché consente non solo l’evasione ma anche il recupero dei materiali di scarto. Un modus operandi che in ottica ambientale ed ecologica rappresenta sicuramente la soluzione per eccellenza. I termovalorizzatori o inceneritori, invece, comportano un’azione decisamente più inquinante ed invadente per l’ambiente. Essi infatti vengono solitamente collocati lontano dai centri abitati e da quelle porzioni di territorio frequentate. Questo perché i fumi creati durante il processo di incenerimento potrebbero essere dannosi per l’individuo. Tuttavia è uno strumento largamente impiegato ma che non sempre si adegua a quelle che sono le normative che ne regolamentano l’utilizzo. Infine vi sono le discariche e il trattamento nei compostaggi: una ripartizione e smaltimento dei rifiuti organici che avviene in una fase preliminare già in proprio, nelle dimore domestiche, e che conosce il termine ultimo della procedura proprio nelle aree di raccolta, ossia le discariche.
L’amianto e i rifiuti pericolosi
Abbiamo poi menzionati accanto ai rifiuti tradizionali, organici e non, anche quelli speciali, pericolosi ed ingombranti. Stiamo parlando di altre tipologie che vanno gestite mediante azioni specifiche: come avviene ad esempio nel caso dello smaltimento amianto, soprattutto in quelle strutture costruite tra gli anni ’60 e gli anni ’90 dove non si parlava ancora del rischio in atto. Un materiale che in passato veniva spesso impiegato o comunque lo si ritrovava nelle strutture edificate. Quindi abitazioni, industrie etc., che una volta demolite comportavano poi lo smistamento di questo materiale dannoso per l’individuo poiché cancerogeno, e quindi di difficile evasione. Solitamente questi rifiuti pericolosi vengono smaltiti tramite mezzi con cassone che li ospitano per condurli verso lo smaltimento. Una procedura tradizionale che però nel corso del tempo ha visto una certa superficialità di base nel trattamento con conseguenti rischi per la salute della collettività. In ultimo vi è la questione dei rifiuti ingombranti, che al pari di quelli speciali o pericolosi rappresentano un caso a sé. Questi sono contraddistinti da un peso e volume notevole (vedasi i frigoriferi, gli elettrodomestici o la mobilia), motivo per cui vanno gestiti in un duplice modo: portati alle isole ecologiche per il successivo smaltimento o gestiti mediante servizio di ritiro da parte della nettezza urbana che si incarica di condurli presso le aree ecologiche.