La resa dei conti tra Hamilton e Verstappen al via della corsa di Austin

Una vera e propria partita a scacchi tra i due principali pretendenti al trono 2021. Alla fine ha trionfato l‘asse olandese, in grado di imporsi grazie alle eccezionali prestazioni della sua Red Bull. Ma anche per via di una gestione del mezzo da campione navigato.

Il piano strategico di Red Bull

Nella prima parte della gara, con le Pirelli medie già usate nella Q2 del giorno prima, Verstappen aveva già qualcosa in più rispetto all’avversario di casa Mercedes. Perso il comando in curva 1, l’olandese ha potuto notare le difficoltà di Hamilton da vicino. Ma la sua velocità sul rettilineo, gli ha però impedito, di affrontare un attacco, nonostante l’uso dell’ala mobile che avrebbe dovuto agevolare il sorpasso. Gli uomini Red Bull, hanno dunque dovuto rischiare sul piano strategico, anticipando, e non di poco, il primo pit-stop, pur sapendo che nonostante la gara fosse chiaramente su due soste, sarebbe risultato comunque difficile arrivare fino in fondo con gomme ancora in buone condizioni. La loro usura era poi accentuata dal gran caldo.

Il bivio della Mercedes

Al termine del decimo giro, Verstappen è stato richiamato ai box, nettamente in anticipo sui pronostici Pirelli. Alla mossa Red Bull, la Mercedes si trova davanti ad un bivio: o fermare Hamilton per sfidare l’olandese sulla tecnica della stessa strategia, con l’obbiettivo di mantenere il comando della gara, oppure andare lunghi per impostare una gara d’attacco con gomme fresche sul finale. La prima scelta risulterebbe difficile, visti i tempi velocissimi di Max nei due settori. Il muretto di Lewis opterà per la seconda, probabilmente proprio a causa delle prestazioni degli avversari, più competitivi nella prima parte. Ha affermato via radio di ricevere ancora un buon feedback dalle gomme, pur accettando di aver momentaneamente sacrificato il comando. Ma come in ogni partita a scacchi che si rispetti, sarà però il sapiente utilizzo dei pedoni a risultare determinante.

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Il rientro in pista di Perez

Le cose, per Mercedes, sarebbero potute andare diversamente, se Lewis non fosse stato costretto ad anticipare la sosta per coprirsi dal possibile sorpasso di Sergio Perez. Al termine di quel giro, il messicano è tornato ai box e si è sacrificato per la causa, rientrando in pista con un nuovo treno di gomme medie. Non le più indicate per arrivare fino alla fine, ma di sicuro le migliori per segnare alcuni giri veloci e soprattutto attaccare la posizione del rivale inglese, che ha quel punto si è visto costretto a fermarsi dopo Verstappen. Se la Mercedes avesse insistito con la tecnica iniziale, Lewis si sarebbe ritrovato terzo, alle spalle di Perez.

La gestione di Verstappen

Ad Austin, Lewis arriverà fino a 8 decimi da Max. Determinante per il risultato finale, che incorona l’olandese su una pista considerata feudo Mercedes. Non soltanto l’ottimo bilanciamento di una Red Bull che complessivamente si è fatta preferire alla macchina rivale. Sarà infatti la maturità di Verstappen a risultare decisiva per respingere gli ultimi assalti di Hamilton. È in quella fase che Max ha aumentato il ritmo, rendendo più difficile la rimonta dell’avversario.