Gentile Giulietto Chiesa,
la seguo da tempo oramai e come lei penso che l’informazione di massa sia di fondamentale importanza per decidere le sorti della nostra vita, basti pensare alla questione Ucraina che porterebbe di questo passo alla terza guerra mondiale con tutto ciò che ne consegue. Se anche solo in italia l’informazione fosse normale il paese potrebbe prendere delle scelte sensate, come ad esempio uscire dalla NATO, e si potrebbe verificare un effetto domino coinvolgendo il resto dei paesi europei. Per questo ho dato anch’ io il mio piccolo contributo per PandoraTv che considero oramai il mio principale canale di informazione. Mi domandavo se un giorno PandoraTv si trasferirà anche su un canale televisivo ed eventualmente che prospettive ci sono considerando gli elevati costi.
Le volevo chiedere anche un’ altra cosa in merito alla dibattuta questione delle scie chimiche. In una conversazione con dei miei amici ho posto la semplice domanda sul perchè le scie di condensa dovrebbero persistere e diradarsi in quel modo in atmosfera quando per definizione evaporano subito e solo in particolari condizioni possono persistere, alla fine ne è uscito fuori che gli aerei generano in determinate condizioni nuvole che sono addirittura classificate e che a volte le condizioni climatiche consentono il persistere delle scie di condensa anche per centinaia di kilometri perchè i parametri fisici potrebbero consentirlo e quindi la questione è finita lì.Il bello della conversazione è che dall ‘altro lato c’ erano un ingegnere e un chimico che si informano prevalentemente in rete per cui ho dovuto porre la questione con una domanda senza caricarmi dell’onere della prova altrimenti ne sarei uscito “sconfitto”. Pensavo tra me e me,ma come si fa a pensare che quelle scie, che tra l’altro da piccolo non ho mai osservato così persistenti, possano essere normali? Perchè c’ è tanto scherno e ghettizzazione verso le persone che si pongono questi interrogativi? Per questo mi chiedevo se lei aveva percezione di quanta consapevolezza del fenomeno ci sia in rete ricevendo, presumo, innumerevoli mail.
Un ‘ultima cosa, per quanto riguarda l’11 settembre si è formato il consensus 911, ma non c’ è un’associazione parallela fatta di ingegneri, fisici etc. che si occupa delle scie chimiche allo stesso modo in cui il consensus si occupa dell’ 11 settembre?
Cordiali saluti,
Daniele Lastretti
Caro Lastretti,
la sua lettera mi dice che lei ha percepito la vastità del problema della comunicazione e l’enorme ritardo di comprensione di questo problema da parte delle forze democratiche. La spiegazione della catastrofe della sinistra, e della destra, e della chiesa cattolica, e di quella ortodossa, e di tutte le vittime di questa catastrofe in atto, e di quelle che verranno (ormai non ho più dubbi al riguardo) consiste nel fatto che tutti abbiamo subito una rivoluzione, senza percepirla, senza vederla, dunque senza essere capaci di fronteggiarla. Questa rivoluzione è opera di coloro che Paul Krugman ha definito (senza, neppure lui, trarre adeguate conclusioni da una tale definizione) i “proprietari universali”. Ne ho scritto ad abundantiam nel mio “Invece della catastrofe” e dunque rimando i lettori a quel lavoro (non lei che lo ha già letto) per eventuali approfondimenti.
La questione che vorrei qui sottolineare è quella dei “tempi” del degrado. Che sono sempre più rapidi e tumultuosi. Parlo del degrado ambientale, ma anche di quello intellettuale e morale, che sta investendo almeno due miliardi di persone, che sono quelle nelle cui mani sta il destino del pianeta. Cioè la nostra vita. Quello che lei racconta del colloquio con gli “specialisti” è impressionante, oltre che tragicamente vero. La scienza di massa è ormai nelle mani di “scienziati stupidi”, di specialisti ignoranti, di sapienti ebeti e corrotti. Salvo eccezioni, è chiaro. Ma queste eccezioni sono sempre di più senza potere e la loro bontà e onestà d’intenti è travolta dall’ingordigia dei più. Le generazioni che arrivano sulla scena della società dello spettacolo sono sempre più ignoranti. Non solo nel senso che sanno meno cose (il che sarebbe normale), ma nel senso che c’è sempre meno gente che possa spiegare loro qualche cosa di sensato. Peggio ancora: siamo di fronte alla mutazione antropologica dell’”homo videns”, individuo sempre meno capace di effettuare connessioni sintattiche tra ciò che apprende, cioè su ciò che vede. Leggo dalle statistiche che, in Italia, il 40% delle persone che, pure, sanno leggere e scrivere, non è in grado di capire che una minima parte di ciò che vede, sente, legge.
Invertire il corso del degrado (che è generale, non solo italiano) sarebbe possibile solo giungendo a contatto con quella parte che è ancora in grado di capire e di difendersi, che non è ancora stata lobotomizzata e violentata, privata dei ricordi e della storia. E questo sarebbe possibile solo con una nuova scuola, e con una nuova comunicazione. Entrambe richiederanno una battaglia furibonda e senza tentennamenti. Le probabilità di una qualche, seppur minima, vittoria sono microscopiche, anche perché l’esercito che dovrebbe combatterla è già stato anch’esso gravemente lesionato. Le sue capacità di intaccare l’avversario sono dunque limitate dalle sue stesse capacità ridotte di convincerlo.
Dunque non nutro illusioni. Ma al tempo stesso non mi arrendo. Proprio mi è impossibile farlo. Pandoratv.it è un esperimento su un malato terminale, ma è l’unica cosa che valga la pena di essere tentata. Può essere il sasso di Davide contro Golia. Come alleato principale – più potente di Golia – abbiamo la crisi catastrofica che avanza e che produrrà collassi. Molti (non moltissimi) capiranno solo sperimentandoli.
E’ evidente che restare sul web non ci permetterà di fare quello che qui sto sintetizzando. Dobbiamo dotarci di un canale digitale terrestre, di un canale satellitare, di una o più agenzie di comunicazione, scritta e televisiva. Dobbiamo imparare a usare il web in tutta la sua reale potenza, imparando dai tecnici dei padroni universali, senza farci comprare da loro. Ci stiamo provando. Nel vuoto pneumatico delle idee di Golia, è perfino possibile strappare qualche condenso e qualche appoggio tra quei padroni universali che cominciano a temere per la loro sorte e per quella dei loro cari. In un campo di battaglia così ostile e feroce dobbiamo sapere stare – come scrisse Machiavelli – “in sulla volpe e in sul lione”.
Per quanto concerne le “scie chimiche”, l’ingegnere e il chimico suoi amici sono il paradigma del nostro tempo e della nostra scienza attuale. Le “spiegazioni” che cercano di dare sono di una tale inconsistenza che non resta che pensare che non abbiano più la capacità di alzare gli occhi al cielo. Infatti sono come gli asini che girano attorno al palo della macina delle idee correnti, pensando forse di stare andando da qualche parte. I paraocchi di cui sono stati dotati nel loro curriculum non permettono loro di vedere il cielo e nemmeno il panorama. Dovrebbero avere imparato il detto di Galileo, a proposito della “sensata esperientia e della certa demonstrazione”, e invece non sono disposti né alla prima né alla seconda. Nello stesso gregge belano milioni di pecore allevate a irridere tutti coloro che hanno la capacità di alzare gli occhi al cielo della conoscenza. Tutte attente a brucare i fili d’erba e incrollabilmente sicure che il mondo sia fatto solo di terra cosparsa di fili d’erba. Questa è una “qualità” dell’individuo, che in condizioni normali è perfino utile a salvarlo: quella di ritrarsi di fronte a eventi che non sanno comprendere. E che spesso si associa alla paura di comprenderli . Vale per le scia chimiche, vale ancor più per l’11 settembre. E’ comprensibile. Se capissero, se sapessero cos’è stato l’11 settembre 2001, l’intero universo di credenze nel quale vivono crollerebbe d’un tratto. E su quelle macerie sarebbero costretti a cominciare a riflettere. Molto difficile per i più, per i “molti” che “fanno l’opinione”. Su questa debolezza umana i padroni del mondo giocano le loro carte e vincono quasi sempre. Ma vincono anche perché sono le uniche carte in gioco.
Noi continuiamo e continueremo a usare l’evidenza contro la credenza e la paura. Ma anche qui non si devono coltivare illusioni. Consensus911 è importante come luogo di accumulo dell’evidenza. Architect and Ingeners for 9/11 Truth è una forza d’urto decisiva. Decine di migliaia di persone, nel mondo, hanno capito. Ma il solo approccio razionale a un singolo fenomeno, a un singolo momento, non è sufficiente. Dobbiamo fornire loro il quadro complessivo, dare loro un’interpretazione politica strategica di ciò che è accaduto e perché. E, dunque, di ciò che sta accadendo e accadrà. Ma questo può essere costruito solo con l’emozione, non solo con la ragione. Ci vuole la paura (che i padroni sanno usare molto meglio di noi), ci vuole l’entusiasmo, ci vuole l’amore, ci vogliono ideali che possano combattere la miseria intellettuale e morale di cui siamo stati nutriti e che ci avvelena.
Ecco perché l’informazione non basta. Occorre “comunicare la tragedia” e, insieme, il piacere della vita e della vittoria sulla morte. Solo così potremo parlare ai “molti”.
Cordiali saluti
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