Si è svolta martedì 1 ottobre la venticinquesima riunione di Alternativa Torino, presso il Circolo Arci Circolo Vizioso, via San Bernardino 34/c a Torino.
Presenti (8): Cristina Palma, Giuliana Cupi, Massimo Blanco, Rossana Becarelli, Fabrizio Tomadoni, Francesco Barresi, Alberto Melotto, Antonello Sauna.
Ordine del giorno:
- Analisi dei risultati raggiunti durante la due giorni di incontri e convegni tra Torino, Fossano, Cuneo e Grugliasco del 20 e 21 settembre (partecipazione popolare, efficacia nel far passare il messaggio politico)
- Proposte per i prossimi mesi (seminari di auto-formazione, collaborazione col comitato W la costituzione).
- Autofinanziamento (gadgets, concerti)
- Varie ed eventuali.
Il primo punto dell’ordine del giorno riguardava l’analisi dei risultati raggiunti durante il weekend di conferenze e convegni del 20 e del 21 settembre. Particolare attenzione è stata posta al convegno su Decrescita & lavoro tenutosi al teatro Agnelli.
Fabrizio Tomadoni: La discussione è stata pregnante, e il pubblico avrà avuto motivo di rimanerne soddisfatto. Purtroppo non erano moltissimi i presenti in sala, e la grandezza del teatro ha acuito senz’altro questa impressione generale. Peraltro siamo stati criticati per aver organizzato l’evento in una giornata fitta di manifestazioni, ma non potevamo fare altrimenti. Sono mediamente soddisfatto, e contento della qualità, non della quantità”.
Alberto Melotto: “Sono d’accordo con quanto detto da Fabrizio, aggiungo che in futuro bisognerà cambiare modalità di organizzazione dei seminari, cominciare col mettere in piedi un gruppo di studio su un dato argomento che elevi la preparazione collettiva e produca dei documenti collettivi, solo al termine di questa fase si potrà pensare ad altri relatori, ad una sede e così via. Per l’organizzazione sarà comunque preferibile cooperare con altre associazioni come il Civg, Rivalta Sostenibile e Coscienza Comune, più esperte nel coinvolgere la cittadinanza su tematiche non facili come quelle relative alla decrescita.
Cristina Palma: Il mio bilancio non è così negativo, ricordiamoci, ad esempio, che il video girato per l’occasione sta totalizzando parecchi contatti, abbiamo reso un buon servizio ai nostri simpatizzanti.
Giuliana Cupi: Coinvolgere una settantina di persone non è un risultato da disprezzare, a volte i numeri sono di molto inferiori.
Il discorso passa poi per qualche minuto poi sull’opportunità di utilizzare il vocabolo “decrescita” perché potrebbe spaventare e tenere lontana parte consistente dell’opinione pubblica. Come era prevedibile, non si giunge ad una conclusione univoca e si ritorna al tema iniziale.
Massimo Blanco: Va detto che alcuni oratori sono andati fuori tema rispetto all’assunto di partenza.Rossana Becarelli: Penso anch’io che la partecipazione sia stata più che discreta. Vorrei però concentrarmi sull’intervento di Giulietto Chiesa. Il fatto che abbia scelto di non parlare di lavoro, preferendo discorrere ampiamente di guerra planetaria è un fatto certamente non casuale, e che i militanti di questo gruppo torinese dovrebbero approfondire. Ho trovato delle corrispondenze con discorso tenuto da Casaleggio a Cernobbio, si tratta di due discorsi, che pur nella diversità del taglio e della preparazione, possono provocare in chi ascolta un sentimento di apatia e di scoraggiamento, invece che incoraggiare all’azione.
Alberto Melotto: Ai primi di settembre si è giunti molto vicini ad una guerra fra Siria e Stati Uniti, guerra poi non concretizzatasi a causa di alcuni cambiamenti nel sentire europeo e mondiale (ad esempio, il voto contrario del parlamento britannico). La minaccia di un conflitto rimane comunque tutt’altro che ipotetica, lo si può vedere dal rapporto contorto che lega Stati Uniti e Cina. E’ vero che l’intervento di Giulietto ha deviato nettamente dal tema stabilito, e questo ha influenzato anche il dibattito nell’ora finale.
Fabrizio Tomadoni: Il perché della scelta di Giulietto di trattare di questioni geopolitiche andrebbe chiesto a lui in persona, non si può affrontare adesso e in questa sede l’argomento.
In seguito si è tenuto un resoconto degli Stati Generali del Lavoro, assemblea della durata di tre giorni, dal 27 al 29 settembre presso il comune di vaie, in Val di Susa. L’assemblea era stata preceduta da una campagna di stampa dai toni aggressivi e beceri, portata avanti dal settimanale Panorama, mirante a far passare gli organizzatori di Etinomia come fiancheggiatori di supposti estremisti e terroristi.
Giuliana Cupi ha sintetizzato su quanto si è discusso in particolare nella giornata di sabato. Rimandiamo ai documenti che lei stessa ha prodotto sull’argomento.
Eleonora Ponte, l’ispiratrice degli Stati Generali del Lavoro, aveva dichiarato che a Vaie ci sarebbe stata la bomba atomica, intendendo con ciò un’esplosione di idee nuove e dirompenti che sarebbero scaturite dall’impegno dei partecipanti.
Promessa mantenuta: la seduta plenaria di domenica 28 settembre, quella in cui gli 8 tavoli hanno presentato quanto concluso il giorno prima, è stata una parata di proposte tanto ampia da coprire quasi tutto il pensabile, o meglio il trasformabile – dalle nuove idee in materia di risparmio energetico agli ecovillaggi, dalle banche e monete alternative alla ristrutturazione del tempo di vita e di lavoro, dall’educazione al consumo ai “luoghi dove si impara con diletto” -, che chi vuole potrà scoprire nei dettagli sulla apposita pagina del sito: http://sgl.etinomia.info/sgl/tavoli-tematici.
Qui credo sia invece il caso di soffermarsi sul denominatore comune di tutto questo: appunto, l’idea di cambiamento. Tra i tanti slogan ormai insopportabilmente privi di significato che ci investono da tutti i mezzi della cosiddetta informazione non si sente blaterare che di riforme, ma chi riesca ancora a far mente locale per percepire il vero significato di quel che si vuol dire vi scoprirà dei messaggi in cui di nuovo non c’è nulla: alleggerire la Costituzione, spazzare via un altro po’ di diritti, adeguarsi ulteriormente, ammesso che sia umanamente possibile, a quel che vogliono i mercati. Reazione pura, purtroppo vecchia come il mondo.
A Vaie abbiamo invece respirato una boccata di aria fresca, abbiamo sentito che le persone devono venire prima del profitto, che è la solidarietà e non la concorrenza che fa produrre meglio e di più, che solo perché viene più o meno retribuita un’attività non può automaticamente aspirare alla nobile definizione di lavoro. Ma, ancora più importante, abbiamo notato come tutti, ma proprio tutti, i tavoli fossero giunti alla stessa conclusione riguardo alla fatica principale di questa transizione: lasciarsi alle spalle le vecchie abitudini mentali, preconcetti che sono gabbie, ma nei quali la maggior parte delle persone è ancora comodamente rannicchiata perché pensare costa fatica, paura di perdere i propri punti di riferimento, opposizione da parte della maggioranza silenziosa e adeguata. Soprattutto richiede un grande sforzo in prima persona, in un mondo in cui gli inviti a delegare e a trovare soggetti da incolpare al posto della propria passività sono infiniti.
Direi che la rivoluzione da tanti invocata parte da qui, dal rinnovare se stessi, le proprie idee, le proprie azioni. Nulla di eclatante, magari non all’inizio: ogni aspetto dell’esistenza può essere occasione di riflessione privata e meglio ancora pubblica, di ogni nostro gesto dovremmo chiederci perché lo compiamo in un certo modo, non fosse che per giungere alla conclusione che non si può fare diversamente, ma che perlomeno si sono esplorate altre possibilità.
Ecco perché la proposta simbolo degli Stati Generali del Lavoro è la creazione di un Centro Studi sulla Transizione e il Cambiamento che funga da propulsore dell’auto-programmazione degli individui e delle comunità: perché questa è la strada per affrontare positivamente la crisi, che forse è tanto vituperata proprio perché ci sta mostrando che non possiamo proseguire a essere più o meno consapevolmente complici del sistema che ci sta conducendo sull’orlo dello sfascio generale. E soprattutto perché, come dice il documento conclusivo del tavolo dedicato al tema, in caso contrario “la transizione avverrà comunque, ma con esiti tragici e con l’imposizione di enormi e diffuse sofferenze”.
A noi la scelta.
Giuliana Cupi
Dal resoconto di Giuliana è nata l’idea di un seminario o un gruppo di studio sulla dissennata gestione dell’Inps. L’ente, è stato detto, impone pesanti contributi a quanti, cittadini dai 20 ai 40 anni, di fatto non si vedrà attribuire, in anziana età, nessun tipo di pensione, o comuqnue una pensione ridicola. Si pone drammaticamente la questione di una revisione radicale del ssitema di contribuzione, o meglio ancora la creazione di un nuovo organismo che tuteli in maniera effettiva la popolazione nel suo complesso.
Finita la riunione, il gruppo si è riconvocato per martedì 8 ottobre 2013 per le h. 21 presso il Circolo “Vizioso” (ARCI) in via San Bernardino 34 a Torino.
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COSA?
E’ convocata la venticinquesima assemblea del gruppo torinese di Alternativa, il laboratorio politico-culturale recentemente fondato dal giornalista Giulietto Chiesa insieme ai redattori del periodico d’informazione Megachip:
– sito Alternativa:
– sito Megachip:
QUANDO?
martedì 8 ottobre 2013, dalle h. 21 in avanti
DOVE?
A Torino, presso il Circolo “Vizioso” (ARCI) in via San Bernardino 34/c a Torino.
PERCHÉ?
Italia, 2013: disoccupazione e precarietà; recessione e debito; clima poliziesco e guerre all’estero…
Basta!
Bisogna cambiare! Dobbiamo cambiare!
La rielezione del peggior Presidente della storia repubblicana e l’imposizione di un nuovo, ennesimo governo “tecnico” di colonelli e faccendieri che hanno mutato profondamente i rapporti di forza nazionali ed internazionali, in una fase storica in cui giorno dopo giorno con sempre più difficoltà NOI sopravviviamo ai tagli dell’austerity e dei diritti, obbligati a vivere in città sempre più care ed in territori sempre più inquinati.
Dopo le assemblee pubbliche organizzate da Alternativa a Torino ed in Piemonte tra Giulietto Chiesa e Maurizio Pagliassotti (autore del libro “Chi comanda a Torino”), Rossana Becarelli (portavoce di “Coscienza Comune”, candidata alle ultime elezioni comunali di Torino), Marco Revelli (storico, co-fondatore di ALBA) e Mauro Marinari (sindaco di Rivalta, eletto con la lista “Rivalta Sostenibile”) nelle quali pubblico e relatori si sono trovati d’accordo sulla necessità di avviare insieme, qui e subito un percorso aggregativo tra quei soggetti politici già attivi ma ancora divisi; in un tale contesto, molto confuso e in rapida evoluzione, il prossimo lunedì sera Alternativa riunisce le iscritte e gli iscritti residenti a Torino e cintura per riflettere e reagire.
Allo stesso tempo, Alternativa chiama a raccolta chiunque – anche se proveniente da fuori Alternativa, anche se mai finora sia stato/a coinvolto/a in un’iniziativa politica – voglia aderire al nostro appello ad unire e mobilitare le forze che in Italia, territorio per territorio, lottano per il cambiamento: insieme, qui e subito.
COME?
Nella sua fase iniziale, Alternativa Torino camminerà “con il passo dell’uomo”: ci conosceremo; esprimeremo e discuteremo le nostre opinioni; approfondiremo le nostre idee.
Senza fretta e rispettando i limiti d’ognuno e del gruppo, impareremo sia a comunicare tra di noi e con l’esterno, sia a decidere come, quando, dove e con chi lavorare per “migliorare noi stessi al fine di migliorare la nostra vita e la nostra comunità”.
Se nessuno di noi, infatti, considera l’auspicato cambiamento come ulteriormente rinviabile, è altrettanto vero che ciascuno di noi è consapevole che realizzarlo comporterà un lavoro lungo e complesso, tanto individuale quanto collettivo.
Perciò Alternativa Torino si sforzerà di configurarsi come uno spazio di pensiero e d’azione basato su due elementi: un’identità radicale e precisa – LAVORO, DECRESCITA & PACE – ed un approccio di apertura totale e continua verso ogni contaminazione, critica ed apporto da parte dei suoi iscritti e dall’esterno.
Non una “terra di nessuno”, bensì un luogo d’incontro e confronto, dotato di regole condivise, chiare e semplici, scevro da pregiudizi e senza alcun “fortino ideologico” da difendere.
Essere un luogo fisico e mentale a disposizione di tutte e tutti (alternative ed alternativi, ospiti e curiosi) per favorire l’elaborazione alla pari d’una linea politica comune: con questo spirito, Alternativa Torino incomincerà a lavorare in città, con la città e per la città.
Più idee circoleranno, più saremo; più saremo, prima cambieremo!
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Ordine del giorno:
- Autofinanziamento, proposte del tesoriere nazionale Cristina Palma e discussione
- Creazione di un gruppo di lavoro che si prepari su temi di natura sociale ed economica
- Varie ed eventuali.
Non soltanto le iscritte e gli iscritti di Alternativa ma chiunque sia interessato a partecipare – a titolo individuale o in rappresentanza di altre realtà – è caldamente invitata/o ad essere presente all’incontro di martedì 8 ottobre ed a diffonderne notizia tramite le sue mailing-list!
A presto!
Alternativa Torino
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