Andando a prendere in considerazione il mondo del lavoro dei freelancers, possiamo considerarlo tra quelli più attivi e dinamici degli ultimi anni, tenuto conto che in Europa sono aumentati del 13% nella fascia di anni dal 2011 al 2015. L’Italia si classifica, dunque, al primo posto con più di 5 milioni di lavoratori autonomi, o anche detti “lavoratori in proprio”. Questa statistica è molto più alta tra i giovani che vanno dai 25 ai 34 anni, con una percentuale del 16,9%, rispetto alla media del 9,4% dei paesi europei.

I numeri delle statistiche sui freelancers italiani sono quindi notevoli, come è possibile vedere dalle ultime ricerche di mercato. Se venissero presi in considerazione i dati relativi al 2017, viene fuori che i liberi professionisti occupano addirittura il 26% del lavoro in Italia, con una crescita continua pari al +21%. Inoltre, molti professionisti che vengono dall’Europa trovano la stabilità economica e ospitalità proprio qui in Italia, che infatti ospita circa un milione e mezzo di lavoratori indipendenti stranieri.

L’Italia può essere definita, statistiche alla mano, una nazione di liberi professionisti, i dati lo confermano chiaramente. Sono, infatti, in continua crescita i lavoratori che decidono di dedicarsi ad attività da freelancers, anche vista la situazione poco stabile nel mondo lavorativo.
La regione Marche si classifica prima per numero di freelancers: infatti, solamente nel territorio marchigiano ne troviamo ben 30.000; dato un numero così elevato di liberi professionisti, la regione si è occupata e preoccupata di fare una richiesta di decreto di legge che vada a tutela della categoria, chiedendo di fornire più garanzie e un equo compenso.

Identikit del freelance

Partendo dall’etimologia della parola freelance, termine anglosassone, viene indicato un soggetto, possessore di partita Iva, che opera come libero professionista per diverse società e clienti privati, senza un vero rapporto di dipendenza con essi. Può essere identificato anche come “ditta individuale” o solamente “Partita Iva”.

Spesso il freelance viene confuso con il libero professionista, ma sono due figure professionali diverse: generalmente il libero professionista deve essere iscritto all’albo professionale e/o associazioni di categoria, anche se entrando a far parte dell’albo perde l’attributo libero e diviene professionista protetto. Il libero professionista in qualunque caso può essere un freelance.

Perché scegliere di diventare un freelance

Le ragioni per cui gli italiani vengono spinti in questo momento storico a scegliere un’attività da freelance sono molteplici.

  • Essere capi di sé stessi – C’è chi sceglie questa alternativa per essere capo di sé stesso, fuggendo alle dinamiche dell’ufficio ed essere padroni del proprio tempo.
  • Stile di vita – Spesso la scelta di divenire Freelance non la si fa per necessità, ma per scegliere uno stile di vita differente, per avere una professionalità in linea con i propri principi e la propria personalità. Per godere dei propri successi ed imparare dalle “sconfitte”.
  • Mancanza di lavoro fisso – Può essere una valida alternativa nel caso in cui non si è riusciti a trovare un posto di lavoro fisso, iniziare ad investire su sé stessi porterà esperienza e credibilità per futuri lavori.
  • Possibilità di avere guadagni più alti – Essere indipendenti, lavorativamente parlando, può essere stimolante, ma ci sono una serie di caratteristiche del lavoro che devono essere tenute in considerazione, soprattutto nell’avvio della professione. All’inizio occorrerà investire molto su sé stessi con corsi e studi che renderanno unica la formazione e necessaria al lavoro proposto. Potrebbe essere utile avere un buon capitale da parte da investire per la formazione o per gli inizi che potrebbero essere difficoltosi.

Riguardo alle tasse, occorrerà tutti i mesi mettere da parte un tot per il pagamento dell’Iva a fine anno, per non farsi trovare impreparati al pagamento dei contributi.
Una volta superati questi primi step e ingranato con il lavoro i guadagni potrebbero essere davvero interessanti, tali da dimenticare (o tenere nel cassetto delle esperienze) i sacrifici affrontati all’inizio della carriera.

I vantaggi di una collaborazione con un freelance

Un’azienda ha una serie di “assolvimenti” in meno da risolvere avviando una collaborazione con professionisti esterni e quindi ha molti meno doveri e rischi.
Grazie alla possibilità di avvalersi di professionisti esterni alla propria azienda, vengono abbattuti i costi di una eventuale formazione interna dei propri dipendenti e possono essere sfruttate competenze più aggiornate e trasversali. Inoltre, dato da non sottovalutare, i freelance hanno spesso costi fiscali inferiori, oltre alla maggiore disponibilità a lavorare in periodi nei quali i dipendenti non lavorerebbero (ferie, week end, festivi).