Se è vero che esiste il diritto allo studio riconosciuto costituzionalmente all’articolo 34, è anche vero che a partire dal decimo anno di scuola (di solito coincidente con la fine del secondo anno della scuola superiore) l’obbligo scolastico finisce. Per questa ragione l’iscrizione all’università in Italia ha dei costi elevati e questi si diversificano a seconda della tipologia dell’ateneo (pubblico e privato) e della posizione (i costi possono variare notevolmente tra nord e sud). Nelle università statali al nord tendenzialmente il costo annuo per studente oscilla tra i 1.000 e i 1800 euro annui, mentre al sud si arriva a circa 700 euro annualmente. Ovviamente l’importo esatto è determinato direttamente dalla condizione economica e dalle fasce ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Da qui sarà possibile evincere se vi è la possibilità di accedere alla no tax area (ossia, all’esenzione completa).
Ma da che cosa sono determinate le tasse? Queste si compongono di copertura assicurativa, spese amministrative e contributi universitari. Le tasse sono tendenzialmente suddivise in 2 rate, in alcuni casi 3, l’importo si compone di una prima rata fissa e di una seconda rata variabile in base al numero dei crediti formativi. Sebbene i costi dell’università pubblica italiana non siano i più alti in Europa, data la crisi economica che ha investito il nostro paese negli ultimi anni, secondo uno studio condotto sui primi otto mesi del 2022, gli atenei italiani hanno perso circa il 3% degli iscritti (fonte: XXIV rapporto del Consorzio Interuniversitario Almalaurea). Mentre una presenza crescente di immatricolazioni si registra presso le università telematiche che si caratterizzano per una didattica online erogata mediante piattaforme accessibili 24 ore su 24, come ad esempio l’Università Telematica Niccolò Cusano.
Diverso è il caso in cui lo studente si immatricola presso un ateneo privato, in questo caso i costi lievitano: si va dai 5.000 ai 15.000 euro annui per ogni studente. L’intero percorso universitario, per un genitore, diventa una spesa ingente. Basti pensare che mediamente mandare i propri figli all’università, in Italia, può costare anche oltre i 100.000 euro. Per un corso triennale a cui fanno seguito la magistrale di due anni si spendono tra i 77.900 euro e i 60.000 con una differenza notevole tra nord e sud. Costi che aumentano se l’ateneo è privato, in questo caso si potrebbe spendere anche 111.200 in cinque anni. Stesso discorso per la formazione post laurea, il costo di un corso di perfezionamento o master di I o II livello varia a seconda che venga erogato da un’università pubblica o privata.
Detrazione spese universitarie
Nota positiva è che le Tasse e i contributi di iscrizione sono soggetti a detrazione. Questo è possibile sia con corsi di laurea triennale che magistrale sia per le spese universitarie statali. Inoltre, è ammessa la detrazione della spesa sostenuta per un master universitario o per altri corsi post laurea come la scuola di specializzazione o un corso di perfezionamento. Per quel che concerne gli atenei non statali invece possono essere detratte per un importo che non superi quello indicato annualmente con Decreto del Ministero dell’Università.