Il mercato dei giochi in Italia vale quasi 110 miliardi di euro. Si tratta della raccolta, ovvero della somma della spesa effettuata dai cittadini del territorio italiano per i vari concorsi a premi, lotterie, slot machine e VLT. Un dato senza dubbio rilevante che pone quotidianamente al centro della discussione politica e sociale un settore il cui trend di crescita viene visto sempre al rialzo.

Per quanto riguarda il mercato online, questo vale circa un terzo del totale della raccolta registrata nell’ultimo anno secondo l’Agenza delle Dogane e dei Monopoli. Oltre 32 miliardi di euro, per la precisione, secondo il più recente report ministeriale, che ha calcolato come questo comparto del più ampio settore dei giochi, sia passato dai 21 miliardi di raccolta del 2016 ai 32 dell’ultima rilevazione, segnando quasi un 50% di aumento.

Relativamente alla scelta del dispositivo, nelle varie province della penisola, come del resto accade in altre parti del mondo, il device preferito su cui giocare resta il personal computer, seguito a stretto giro dallo smartphone e dal tablet. Come noto, oggi anche i cellulari di ultima generazione possono vantare tutte quelle funzionalità che un tempo potevano essere sfruttate solo su desktop. Ed è così che negli ultimi anni, tutti i migliori operatori e i più noti casinò online si sono attrezzati per offrire all’utente la più realistica esperienza di gioco, anche e soprattutto via app.

L’Italia si era contraddistinta, ormai nel lontano 2006, tra i primi paesi del mondo a dare regole e normative certe nell’ambito del gioco e del divertimento ludico sulla rete. L’ultimo triennio ha rappresentato un periodo davvero importante per tutti gli operatori del settore, in quanto il comparto del gioco online ha raggiunto e staccato tutti gli altri concorrenti dei mercati virtuali, quali i colossi del settore del commercio e dell’editoria su internet. Oggi in Italia possono operare più di duecento player autorizzati dall’Agenzia al ramo (l’ADM), un tempo competenza diretta del Ministero delle Finanze.

Si stima che siano oltre 2,5 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno effettuato una scommessa sulla rete (con un aumento del +25% sul dato del 2016). Se nel 2014 erano i portali specializzati nel poker online a farla da padrone, oggi le due fette più grandi della torta sono rappresentate dai giochi da casinò (slot in particolare, con oltre il 41%) e proprio dalle scommesse sportive (40%) che fino a qualche anno fa valevano meno del 24% del totale. In questa direzione si rispecchia anche il dato relativo al numero degli iscritti: gli utenti che regolarmente giocano nelle varie sale da gioco online sono poco meno di un milione, mentre per quanto riguarda le stanze da poker questo dato scende a seicento mila. Due milioni di iscritti attivi, invece, è il dato che fa riferimento alla platea degli appassionati delle scommesse sportive. In totale, alla fine dell’ultimo anno erano quasi 9 i milioni di account aperti in Italia (ovvero, più di due per ogni iscritto attivo).

Ma quali sono i trend del comparto destinati a diventare protagonisti nel prossimo futuro? Il gioco online ha visto rafforzare il coinvolgimento delle donne nell’industria del gioco. Analizzando il livello di utenza, infatti, si scopre che il gentil sesso è maggiormente attratto dalle slot machine e dal bingo in generale, mentre gli uomini preferiscono i classici giochi del tavolo verde del casinò. Le innovazioni tecnologiche e i processi di digitalizzazione, inoltre, favoriranno l’accesso ai giochi online di una platea più ampia di persone, grazie alla sempre più diffusa penetrazione della banda larga nelle città del paese e della connettività ad internet anche nei borghi più remoti.

Per ultimo, ma non per importanza, una revisione delle regolamentazioni in favore di una più attenuata presenza di leggi restrittive nel settore provvederà alla duplice funzione di favorire maggiori entrate da parte dello Stato e delle aziende operanti nel settore, con la possibilità di incrementare le opportunità di lavoro in questo comparto emergente dell’industria 4.0.